L’inquinamento atmosferico rappresenta una realtà con cui abbiamo a che fare quotidianamente, e ha implicazioni sia sull’ambiente che sulla salute umana. I problemi di qualità dell’aria dipendono da vari fattori, tra i quali sottolineiamo l’azione umana, i trasporti, i riscaldamenti, la combustione di fonti fossili. Per contrastare il problema è necessario conoscere la composizione dell’aria e le tipologie di sostanze nocive presenti in essa, misurandone la concentrazioni per adottare soluzioni in grado di risanare l’atmosfera.
Alcuni enti come ISPRA si occupano di raccogliere i dati e i mutamenti relativi alla qualità dell’aria e, oltre ad agire sul territorio nazionale, collaborano con gli istituti europei per realizzare una politica unificata volta a combattere gli agenti inquinanti, i quali vengono individuati proprio da questo organo. L’inquinamento dell’aria non riguarda solo l’ambiente esterno ma anche gli spazi chiusi, tra cui le nostre case. Per tale ragione esistono in commercio numerosi strumenti che rilevano lo stato dell’aria, adatti sia per i contesti outdoor che per quelli indoor.
Città vs montagna: le differenze possono essere minime
Generalmente si pensa che l’aria di montagna resti incontaminata rispetto a quella delle città, tuttavia l’inquinamento è un fenomeno che si diffonde indipendentemente dal luogo. Le polveri sottili si espandono in maniera trasversale e globale anche ad alta quota, grazie all’azione dei venti che trasportano dalle aree urbane fino alle vette più alte le particelle inquinanti. Le zone montane rappresentano però il contesto di monitoraggio ideale per condurre studi in merito alla salubrità dell’aria.
Nel frattempo sono usciti alcuni dati relativi alle città più inquinate d’Italia nel 2020, considerando come parametri le sostanze presenti abitualmente nelle aree urbane, ovvero biossido di azoto e polveri sottili. La maggioranza delle realtà cittadine non ha rispettato il limite che era stato stabilito: si salvano solo una quindicina di città tra cui citiamo Sassari, Grosseto, Catanzaro, Aosta, Bolzano.
Ma i contesti urbani risultati meno salubri da quest’analisi sono Torino, Roma, Palermo, Milano e Como, che nel periodo di tempo in cui i dati sono stati raccolti non hanno rispettato i parametri necessari a garantire la salute pubblica.
Quali sono gli elementi presenti nell’aria? Quali gli effetti sulla salute?
Nell’aria ci sono alcune particelle, chiamate particolato, che possono essere inalate dall’uomo provocando gravi danni alla salute, in quanto capaci di penetrare nei polmoni e nel sangue. A differenza degli altri inquinanti, si tratta di un’entità composta da una miscela di microrganismi con peculiarità distinte, prodotte dalle auto o dagli impianti alimentati a carbone o lignite.
L’ozono generalmente si trova negli strati più alti dell’atmosfera, ma si genera nell’aria che respiriamo attraverso l’ossidazione del monossido di carbonio o del metano, favorendo alcune patologie respiratorie come l’asma. Altamente tossico è il biossido di azoto, gas dall’odore forte e pungente la cui formazione deriva da tutti i processi di combustione fatti ad alta temperatura. I danni provocati da questa sostanza sono riscontrabili nella bronchite o nelle malattie cardiovascolari. Dall’incendio di combustibili fossili in cui è presente lo zolfo, viene scaturito il biossido di zolfo, gas incolore ed estremamente solubile in acqua che può aggravare l’asma e la bronchite cronica attraverso l’infiammazione delle vie respiratorie.
Infine l’eccesso di anidride carbonica causato dalle azioni dell’uomo, accelera il processo di surriscaldamento globale. In linea di massima, non è la singola sostanza a determinare problemi di salute, quanto il fatto che siano miscelate insieme nell’aria.
Sensori per la qualità dell’aria: perché sono importanti
I sensori sono dispositivi capaci di misurare il grado di inquinamento atmosferico raggiunto negli spazi outdoor o all’interno di case e uffici. Alcuni di essi riescono a valutare la presenza di qualsiasi forma di agente inquinante, mentre altri diagnosticano la presenza di particelle specifiche. I sensori per il rilevamento di CO2, ad esempio, non solo aiuteranno a mantenere salubre gli spazi di lavoro ma anche l’ambiente della casa: spesso ci dimentichiamo che l’inquinamento domestico è grave come quello esterno, e che alcuni prodotti usati nel quotidiano per la pulizia o la manutenzione della casa contribuiscono alla formazione di polveri sottili.
I sensori possono individuare persino il livello di umidità e la temperatura dello spazio domestico. Quelli di ultima generazione sono associati al cellulare tramite specifiche applicazioni, oppure le informazioni registrate vengono visualizzate direttamente sul monitor del dispositivo. Se rilevano un’alterazione nei valori dell’aria, viene inviato un segnale sul cellulare o si accendono dei raggi infrarossi sullo strumento.
Il rilevamento della salubrità dell’aria in contesti outdoor è compiuto tramite centraline di controllo messe a disposizione dalle Agenzie regionali per l’ambiente in ogni comune e città. I dati possono essere consultati da chiunque sulle piattaforme dedicate, e vengono aggiornati quotidianamente. Tuttavia questo sistema non consente di ottenere informazioni precise su ciascun luogo: per tale ragione si sta pensando di optare per dei sensori collegabili agli smartphone dei cittadini. Lo scopo è quello di integrare dati aventi origine diversa in una rete dinamica che copre l’area di una città o di una regione. Addirittura Google punterà per il futuro a un sistema che mapperà i dati relativi all’inquinamento dell’aria tramite Google Maps.