Tutte quelle persone che vivono in un’abitazione con il riscaldamento autonomo, ecco che la caldaia è uno di quegli elementi a cui prestare sempre attenzione. Soprattutto per via del fatto che un possibile malfunzionamento rischia di mettere in pericolo anche il benessere e la salute stessi di chi abita all’interno della casa.
Di conseguenza, è chiaro che è necessario avere la massima accortezza nell’effettuare a manutenzione ordinaria della caldaia. A dispetto di quello che in tanti sono portati a pensare, non vi è alcun obbligo da parte della legge di effettuare tale intervento ordinario con cadenza annuale, ma la cadenza corretta è riportata, spesso e volentieri, all’interno del libretto dell’impianto stesso.
Trovare un tecnico di una ditta specializzata nell’assistenza caldaie Firenze e in tante altre città italiane, quindi, è il primo passo per curare nel migliore dei modi la “salute” del proprio impianto di riscaldamento. Affidarsi ad un’impresa seria, responsabile e, soprattutto, abilitata a svolgere tali interventi di manutenzione, è importantissimo.
L’importanza del libretto della caldaia
Come abbiamo detto, il tecnico specializzato dovrà prestare attenzione a quanto riportato sul libretto dell’impianto di riscaldamento per suggerire una frequenza ideale con cui svolgere l’attività di manutenzione ordinaria. Il controllo, ad ogni modo, deve essere estremamente preciso e l’operaio dovrà eseguire anche la verifica di efficienza energetica, inserendo poi i vari dati all’interno dello stesso libretto di impianto.
Sui vari modelli di rapporto relativi proprio ai controlli di efficienza energetica, è necessario provvedere all’annotazione di tutte le varie operazioni di manutenzione che sono state portate a termine nel corso degli anni e quelle che si ha in previsione di eseguire. Al tempo stesso, dovrà essere inserita anche la data prevista per il prossimo controllo ordinario dell’impianto di riscaldamento.
Un compito, quello di segnare tale annotazione, che spetta evidentemente al manutentore, che dovrà aggiornare il libretto solamente dopo aver svolto tutte le attività di manutenzione ordinaria. Nel caso in cui tale passaggio dovesse essere omesso, ecco che l’indicazione su una corretta frequenza con cui svolgere tale intervento si potranno ricavare sia dalle specifiche tecniche che dalle istruzioni presenti sul modello di caldaia.
Ogni quanto svolgere il controllo fumi della caldaia
Spostando l’attenzione, invece, sul bollino blu della caldaia, è importante mettere in evidenza come altrettanto importante sia il controllo dei fumi. La legge, da questo punto di vista, è molto chiara e prevede dei tempi e delle frequenze certe, ovvero ogni 2 o 4 anni. Stavolta, quindi, la normativa di riferimento si occupa di stabilire sia la cadenza con cui deve avvenire il controllo dei fumi in base al tipo di impianto installato, sia il tipo di combustibile usato.
Per tutte quelle caldaie che hanno una potenza che va oltre i 10 kW, ma che rimane al di sotto della soglia di 100 kW, e che funzionano usando il combustibile liquido oppure solido, ecco che i controlli fumi vanno eseguiti con cadenza biennale. Per le caldaie con la medesima potenza di cui sopra, ma che funzionano a metano, gas o GPL, i controlli fumi vanno effettuati ogni quattro anni.
Per tutti quegli impianti di riscaldamento che hanno una potenza che va oltre i 100 kW, e che funzionano usando combustibile liquido oppure solido, i controlli sono da svolgersi annualmente. Invece, sempre per tutte quelle caldaie con potenza superiore a 100 kW, ma che funzionano sfruttando metano, GPL o gas, i controlli fumi diventano biennali.
Il controllo fumi è rappresentato semplicemente da un test che offre la possibilità di tenere sotto controllo la regolazione del bruciatore. Serve essenzialmente a capire quali siano i valori di tiraggio dell’impianto, così come la temperatura che caratterizza i fumi di combustione.